Spilamberto,
l’amministrazione paga le luminarie
di Natale
Le spese per le luminarie di Natale 2020 saranno a
carico del Comune. La notizia è stata data dall’assessore al commercio,
Stefania Babiloni, che spiega: “Gli ultimi provvedimenti contenuti nei Dpcm, in
particolare le misure anti-Covid in materia di commercio, stanno mettendo a
dura prova i nostri piccoli commercianti di tutte le categorie. Alla luce di
tutto questo, l’amministrazione comunale ritiene opportuno intervenire, dando
loro un ulteriore segnale di vicinanza, dopo quelli adottati in estate. Si sta
avvicinando il periodo natalizio – prosegue la Babiloni – e quindi anche il
momento di pensare a come abbellire il nostro paese, allestendolo a festa con
le luminarie. Questa attività è sempre stata gestita dai commercianti
attraverso Le Botteghe di Messer Filippo, che si faceva carico anche di
raccogliere contributi da quei titolari di negozi non iscritti all’associazione.
Ora, rendendoci conto dell’importanza del proseguire con questa attività, anche
come segnale a tutta la comunità, riteniamo doveroso che sia il Comune in
questo anno anomalo ad occuparsi direttamente di organizzare e pagare le
luminarie natalizie nelle vie e piazze del paese. Questo con lo stesso spirito
che ha contraddistinto quest’estate il progetto ’Spilamberto en plein air’,
cercando di creare con gli allestimenti un ambiente piacevole e caldo “da
attraversare” mentre si fanno gli acquisti natalizi. Si tratta solo di un
piccolo gesto per dire ai commercianti, ancora una volta, che siamo con loro”.
I CLASSICI TORTELLI AL SAPORE
Ingredienti per 35 tortelli
per la pasta frolla:
gr. 600 di farina
gr, 300 di burro
gr. 300 di zucchero
2 uova
1 cucchiaino di lievito in
polvere
un pizzico di sale
una bustina di vanillina
per il ripieno:
un vasetto di sapore
per la decorazione:
un uovo
zucchero in granella
Procedimento:
per la frolla, impastare il
burro con lo zucchero, aggiungere le uova, la farina setacciata col lievito, il
sale e la vanillina
impastare fino ad ottenere
un composto compatto. Avvolgere nella pellicola e mettere in frigo per almeno
mezz’ora
sulla spianatoia infarinata
stendere la pasta col mattarello in uno strato abbastanza sottile con un coppa
pasta di cm. 8 di diametro ritagliare dei dischetti
pennellare il bordo di ogni
dischetto con l’albume depositare un mezzo cucchiaino di sapore sul dischetto e
chiuderlo a mezza luna (l’albume fa da sigillante) spennellare ogni tortello
col tuorlo leggermente sbattuto e decorare con lo zucchero in granella adagiare
i tortelli su lastre ricoperte di carta forno
cuocere in forno ventilato a 180°
per 15/20 minuti.
Iniziativa “Panettone Sospeso”
Acquista un panettone
in un negozio aderente al progetto e lascialo lì “in sospeso”. Un volontario dell’Associazione culturale “I
Ciappinari” andrà a ritiralo e tutti i panettoni verranno consegnati a EKO – l’Emporio
solidale dell’Unione Terre di Castelli che li distribuirà alle famiglie meno
abbienti in prossimità del Natale.
A Spilamberto i panettoni potete acquistarli in
uno di questi tre punti vendita:
- Conad Spilamberto - via Tacchini
- Bar Pasticceria Lo Zucchero Filato
- New York Café& Forno Valisi
SPILAMBERTO, UN PO’ DI STORIA
Alcune testimonianze
fanno risalire a 100.000 anni fa la presenza nel territorio di Spilamberto di
cacciatori nomadi raccoglitori, mentre nel 776 d.C alcuni monaci costruirono un
ospizio al servizio dei pellegrini provenienti da Roma, di proprietà dell’Abbazia di Nonantola.
Alle soglie della romanizzazione il territorio
di Spilamberto era abitato da popolazioni di etnia Celto-Ligure, che con la
conquista romana della Gallia Cisalpina si sottomisero al dominio romano,
aquisendone gradualmente gli usi e costumi e dando vita al dialetto localo di
tipo gallo-romanzo. Con il collasso dell’Impero romano e l’immigrazione dei
longobardi nel 568 d.C., l’area compresa tra il Panaro e il Samoggia diventa l’avamposto
più orientale dell’insediamento longobardo. L’area ad occidente di tale confine
verrà denominata Lombardia, nome storico con cui sarà riferita il territorio
compreso tra il piacentino e il modenese fino all’unità d’Italia con la
creazione della regione Emilia-Romagna per fini statistici.
L’origine del paese risalirebbe al 1210, epoca
in cui i bolognesi finirono di costruire il castello di Piumazzo, in difesa dei
loro territori e in risposta i modenesi ne eressero uno sulla sponda opposta
del Panaro in un luogo incolto chiamato Castiglione o Verdeta.
Tuttavia il nome di Spilamberto era comparso
per la prima volta in un diploma di Corrado II il Salico nel 1026. Nel documento
vengono indicati possedimenti in favore della Chiesa di Modena, tra di essi si
indica omnem decimam de Fanano et Spinalamberti. La stessa indicazione del
luogo compare in altri documenti precedenti il 1210. In uno del 1162 si cita la
presenza di un ospitale “in loco Castilione prope ospitale Spinalamberti de
supra”.
L’ospitale citato è quello della chiesa di San
Bartolomeo del Panaro di giurisdizione della plebs di Castelvetro che nel 1210
era già in piena decadenza. Di detto oratorio dipendente da Castelvetro non è
mai stata trovata una documentazione che attesti che sia stata una chiesa parrocchiale.
E’comunque documentato che si celebravano le esequie. Nei documenti pontifici
viene definita con il nome assoluto di “Ecclesia de Spinalamberti”.
Nell’anno 1210 il comune di Modena costruì le
mura castellane di Spinalamberti, l’attuale Spilamberto.
Nello stesso anno, contemporaneamente alla
costruzione del castrum il vescovo di Modena Martino eresse dalle fondamenta la
chiesa (oratorio) di San Giovanni sopra l’area dove si trova tuttora: la chiesa
primitiva era più piccola, la facciata era nell’attuale Via San Carlo antica
Via San Giovanni. Sorse però una controversia fra il vescovo di Modena e l’abate
di Nonantola che fu risolta nel 1214 dividendo il paese in due parti: una
soggetta al vescovo e una all’abate (Spilamberto di sotto e Spilamberto di
sopra) che poté quindi edificarvi una sua chiesa, la chiesa di Sant’Adriano III
Papa che dal 1314, con la nomina dei rettori, divenne la prima chiesa
parrocchiale del castello dentro le mura.
Nel 1628 avvenne la traslazione del plebanato
da San Vito a San Giovanni. Dal 1969 le parrocchie sono state unite pastoralmente
e il parroco risiede nella canonica di San Giovanni.
Si ricorda la nobile famiglia modenese dei
Rangoni che ebbe a lungo, nel Medioevo la signoria di Spilamberto. Fra gli
esponenti Caterina Rangoni, che tenne la reggenza della signoria di Forlì nel
XV secolo, dopo la morte del marito Antonio Ordelaffi, con l’aiuto del
fratello, Ugo Rangoni. I Rangoni erano Marchesi di Montaldo, Roccabianca,
Jottangolo e Stagno nel Ducato di Parma, Baroni di Pernes nel Contado
Venassino, Conti di San Cassano e Cordignano nel Friuli, Signori di
Spilamberto, Torre Maina, Gorzano, Castelnuovo, Campiglio, Villabianca,
Levizzano, Denzano e Rosola nel Ducato di Modena.
Nell’885 lungo la
Via Imperiale, mentre era in viaggio verso Worms per andare dall’imperatore
Carlo il Grosso nei pressi del bosco di Wilzacara (attuale San Cesario sul
Panaro) morì il Papa Adriano III e sepolto nell’Abbazia di Nonantola. Il
martirologio romano indica esattamente la località di SpinaLamberti come
attestano i documenti nonantolani.