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Fiera del Giglio 2020- Colorno

1ª Edizione NEL SEGNO DEL GIGLIO D’AUTUNNO

Colorno, 18-20 Settembre 2020 - Parco della Cittadella - Parma

 

SETTEMBRE

Venerdì 18 - Sabato 19 - Domenica 20

Apertura: ore 10.00 19.00

Venerdì 18

Inaugurazione e apertura al pubblico ore 10.00

BIGLIETTI DI INGRESSO

5,00 tariffa unica

GRATUITO under 12 anni, portatori di handicap e accompagnatore

E consentito lingresso ai cani

 

 

IL VERDE NEL SEGNO

DEL GIGLIO

Si era nel 1993 quando questa manifestazione prese vita. Da non molto si erano conclusi i restauri sull’antica Reggia di Colorno e il Parco stava gradualmente tornano all’antica, perduta magnificenza.

Lo sforzo immenso fatto dalla Provincia di Parma per ridare dignità all’intero complesso storico dell’antica Reggia aveva restituito un luogo di bellezza straordinaria, scenario ideale per grandi manifestazioni.

Di qui l’idea di riportare nel ritrovato Parco persone che, per passione e competenza, sapessero godere del grande recupero. Nasceva così la Mostramercato del giardinaggio di qualità.

Il nome della nuova creatura non poteva che richiamare la nobiltà del luogo ed ecco “Nel segno del Giglio”, dove il giglio è l’emblema floreale dei Farnese, Signori di Parma e di questo magnifico buen retiro.

Da allora, anno dopo anno, la mostra è cresciuta sino a conquistarsi la qualificazione di “Nazionale” e soprattutto a imporsi tra i punti di riferimento più amati dai pollici verdi italiani e non solo. In questo ventennale percorso la mostra ha assunto un ruolo sempre più di rilievo, tanto da collegarsi, unica in Italia, con la più titolata esposizione del Continente, quella di Courson, in Francia. Pur ospitando espositori e visitatori da tutto il territorio nazionale ma anche da altri Paesi europei, “Nel segno del Giglio” si è fatta un punto d’onore: quello di valorizzare le non poche eccellenze verdi del proprio territorio. Di qui l’attenzione che viene riservata alle iniziative di chi nel parmense opera per il recupero di varietà scomparse o per la salvaguarda dei magnifici parchi di una provincia che spazia dall’alto Appennino alla placida piana del Po.

Con la mostra, il Parco e la Reggia “Nel segno del Giglio” invita i suoi visitatori a scoprire le altre infinite meraviglie di questa terra: parchi naturalistici, parchi storici, giardini innanzitutto; ma anche i castelli, le ville, gli insediamenti religiosi che, insieme alla gastronomia, fanno del parmense la meta ideale per un turismo di qualità. Di qui le proposte che, edizione dopo edizione, vengono suggerite dagli organizzatori. Tutte originali, molto curate, d’eccezione. Come si conviene ad una mostra di così alto lignaggio.

Il successo della manifestazione che, rigorosamente, si svolge a primavera avanzata, ha spinto gli organizzatori a ideare un secondo appuntamento, questa volta autunnale. L’autunno, si sa, è la stagione durante la quale i pollici verdi mettono a dimora nuove piante e vanno alla ricerca di idee per rinnovare il volto dei loro giardini. Ecco quindi “Nel segno del Giglio Autunno”, appuntamento che già alle prime edizioni si è imposta tra i più attesi e frequentati della stagione.

E dopo aver dato sfogo alla passione per il verde, nulla di meglio che dare spazio al gusto in uno dei molti ristoranti della zona, tutti rigorosamente adepti del culto per la genuina, sapida cucina parmigiana.

 

IL CONTESTO STORICO E LA SCELTA DEL SITO

Alessandro Farnese, che in gioventù aveva avuto modo di apprendere dal padre Ottavio l’arte della guerra e dal commissario alla guerra e all’artiglieria del ducato Francesco De Marchi (1504–1576) i segreti delle fortificazioni, decise nel 1589 di realizzarne una a Parma per quanto egli fosse convinto che «la fedeltà di una città si otteneva non costruendo cittadelle, ma abbattendole». Fu il duca stesso a tracciare lo schema della fortezza, che per progettarla trasse ispirazione da quella realizzata da Francesco Paciotto ad Anversa.

Sulla volontà di far seguire alla lettera i suoi progetti il duca fu irremovibile, tanto da impedire al figlio Ranuccio di intervenire sulla realizzazione. La Cittadella assurse così a simbolo del rinnovamento di Parma, superando in prestigio il Parco Ducale voluto da Ottavio Farnese proprio per dare maggiore dignità rispetto alle altre città, inclusa Piacenza.

 

Tuttavia, alla morte di Papa Paolo III, lo Stato Pontificio abbandonò l’atteggiamento favorevole alla realizzazione della Cittadella. Il duca decise comunque di procedere nella realizzazione, anche alla luce della tensione con gli Stati confinanti e per resistere a eventuali invasioni. Ciononostante, la Cittadella non fu mai utilizzata per scopi difensivi e fu ben presto convertita in prigione, facendo diffondere l’idea che il duca l’avesse concepita come strumento repressivo.

 

Per scegliere il luogo in cui realizzare la fortezza furono studiate la conformazione del suolo, cercando un terreno che potesse fornire materiali per costruirla, e la disposizione dei corsi d’acqua circostanti, in modo da facilitare il funzionamento dei fossati. La scelta ricadde così sulla parte meridionale della città, fra Porta Nuova e il baluardo della Stradella.

 

La fortezza di Anversa fu riprodotta in scala, con una dimensione inferiore dovuta a motivi legati probabilmente alle risorse finanziarie limitate o alla posizione. La fortezza fu così addossata alle mura, facendo partire i lavori a ridosso del perimetro rinascimentale della città. Per seguire il progetto, tuttavia, i baluardi della Stradella e di Porta Nuova furono abbattuti. Quest’ultimo, fatto realizzare da Ottavio Farnese nel 1573, fu ricostruito lungo il perimetro delle nuove mura

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